Medicina
Lo scompenso cardiaco rappresenta l’incapacità del cuore a fornire la corretta quantità di sangue ossigenato all’organismo.
I pazienti affetti da scompenso cardiaco vanno incontro ad affaticabilità nello svolgimento delle più comuni attività quotidiane.
Nei casi più gravi il paziente con scompenso cardiaco presenta difficoltà respiratorie , con edemi alle gambe e alle caviglie.
Secondo l'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri lo scompenso cardiaco sta diventando una patologia molto comune in Italia , con un’incidenza superiore rispetto all’infarto miocardico.
Sarebbero più di 180 mila i nuovi casi di scompenso cardiaco all’anno.
L’aumento dei casi di scompenso cardiaco è dovuto principalmente all' invecchiamento della popolazione , ma sarebbe anche conseguenza di altre malattie cardiache.
Dall’analisi del Registro sullo Scompenso Cardiaco Acuto è emerso che 3 pazienti su 10 ricoverati presso i Reparti di Cardiologia sono affetti da scompenso cardiaco e circa il 5 per cento di questi muore durante il ricovero ospedaliero.
Un'altro 15% va incontro a morte entro 6 mesi.
Frequente è la ri-ospedalizzazione.
Recenti studi hanno dimostrato che il defibrillatore impiantabile ( ICD ) è in grado di ridurre la mortalità per tutte le cause nei pazienti con scompenso cardiaco.
Lo studio SCD-HeFT ha messo a confronto la terapia farmacologica ( Amiodarone ) con l’impianto di un defibrillatore impiantabile nei pazienti con NYHA II – III e frazione d’eiezione ventricolare sinistra inferiore al 35%.
A tutti i pazienti è stata somministrata la terapia standard per l’insufficienza cardiaca ( Ace inibitori, beta-bloccanti, e/o antagonisti del recettore dell’angiotensina II ).
Dopo un periodo osservazionale medio di 45,5 mesi, i pazienti a cui era stato impiantato l’ICD hanno presentato una riduzione della mortalità del 23% rispetto al placebo.
E’ stato invece osservato un aumento della mortalità del 6% nei pazienti trattati con Amiodarone rispetto al gruppo placebo.
XagenaHeadlines2004