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L’Aspirina riduce il rischio di forma grave di COVID


L’Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) a basse dosi riduce il rischio di ventilazione meccanica, ricovero in terapia intensiva e mortalità ospedaliera da infezione di virus SARS-CoV-2 di oltre il 40%.
Queste sono le conclusioni di uno studio condotto presso la George Washington University School of Medicine and Health Sciences, negli USA.

Nella ricerca, pubblicata su Anesthesia & Analgesia, sono stati arruolati oltre 400 pazienti ricoverati negli ospedali statunitensi nel periodo marzo-luglio 2020.
Dei 412 arruolati, 314 pazienti ( 76.3% ) non avevano ricevuto Aspirina, mentre 98 pazienti ( 23.7% ) avevano assunto Aspirina entro le 24 ore dal ricovero o 7 giorni prima del ricovero.

E' stata osservata una associazione tra Aspirina a basso dosaggio ( mediamente 81 mg ) e diminuzione della gravità del COVID e della mortalità.
Dopo aver corretto i dati demografici e le comorbidità, è stato dimostrato che l’uso di Aspirina era in grado di ridurre il rischio di ventilazione meccanica del 44%, il ricovero in terapia intensiva del 43% e la mortalità ospedaliera del 47%.
Non sono state invece riscontrate differenze nella trombosi tra chi aveva assunto Aspirina e chi no.

Altri studi hanno confermato l’impatto che l’Aspirina può avere sia sulla prevenzione dell’infezione che sulla riduzione del rischio di forma grave di COVID e di mortalità.

Fonte: Anesthesia & Analgesia, 2021

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