Medicina
Il trapianto di microbiota fecale assieme alla terapia anti-PD-1 potrebbe alterare il microbioma intestinale e superare la resistenza agli anticorpi monoclonali diretti contro PD-1 in alcuni pazienti affetti da melanoma.
In modelli preclinici era stato osservato che la composizione del microbiota intestinale era correlata all'efficacia degli inibitori di PD-1 somministrati ai pazienti oncologici.
Uno studio, compiuto da ricercatori della Pittsburgh University negli Stati Uniti, ha valutato la sicurezza e l'efficacia del trapianto di microbiota fecale derivato da persone responder, associato agli anticorpi verso PD-1, in 15 pazienti con melanoma refrattario alla terapia anti-PD-1.
La combinazione è risultata ben tollerata, ha fornito benefici clinici in 6 pazienti e ha indotto una perturbazione rapida e duratura del microbiota.
Nei responder, sono aumentati i taxa che in precedenza avevano dimostrato di essere associati alla risposta alla terapia anti-PD-1, è aumentata l'attivazione delle cellule T CD8+, mentre si è ridotta la frequenza delle cellule mieloidi esprimenti interleuchina-8 ( IL-8 ).
Sono state osservate firme proteomiche e metabolomiche distinte per i responder; la conferma che il microbioma intestinale regolava questi cambiamenti è stata fornita dalle analisi della rete transkingdom.
Studi futuri identificheranno i batteri nell'intestino in grado di convertire i pazienti non-risponder ai farmaci immunoterapici in pazienti responder.
In seguito, sarà possibile somministrare i microrganismi selezionati direttamente ai pazienti che ne hanno bisogno, senza necessità di un trapianto fecale. ( Xagena )
Fonte: Science, 2021
XagenaHeadlines2021