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Il ritardo di un mese nel trattamento oncologico è correlato a un aumento della mortalità del 6-13%


Uno studio ha mostrato che i pazienti il cui trattamento oncologico è ritardato anche di un mese hanno un più alto rischio di decesso del 6-13%.

Alla luce dei ritardi nel trattamento derivanti dalla pandemia, è stata condotta una revisione e un'analisi degli studi pertinenti pubblicati nel periodo 2000-2020.

Gli studi, inseriti nella analisi, hanno preso in esame i dati su interventi chirurgici, terapia sistemica o radioterapia per sette forme di cancro: vescica, seno, colon, retto, polmone, cervice e testa-e-collo.

I ritardi sono stati misurati dalla diagnosi al primo trattamento o dal completamento di un trattamento all'inizio del successivo.

La ricerca ha identificato 34 studi per 17 indicazioni, con dati di oltre 1.2 milioni di pazienti.

Dall'analisi è emersa una associazione significativa tra ritardo e aumento della mortalità per 13 delle 17 indicazioni ( P inferiore a 0.05 ).

Per la chirurgia, c'è stato un aumento del 6-8% del rischio di morte per ogni 4 settimane di ritardo del trattamento.

Le stime per il trattamento sistemico variavano ( HR intervallo, 1.01-1.28 ).

Ritardi di quattro settimane nella radioterapia erano per la radioterapia radicale per il cancro del testa-collo ( HR, 1.09 ), radioterapia adiuvante dopo chirurgia conservativa del seno ( HR, 0.98 ) e radioterapia adiuvante del cancro della cervice ( HR, 1.23 ).

Ritardi fino a 8 e 12 settimane hanno ulteriormente aumentato la mortalità. Un ritardo di 8 settimane nella chirurgia del cancro al seno è stato collegato a un aumento della mortalità del 17% e con un ritardo di 12 settimane la mortalità è aumentata del 26%.
Un ritardo chirurgico di 12 settimane per i pazienti con cancro al seno che continua per un anno potrebbe portare a 1400 morti in eccesso. ( Xagena )

Fonte: British Medical Journal, 2020

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