Medicina
I pazienti con cancro alla prostata non-metastatico di nuova diagnosi che hanno fatto uso degli inibitori dell’HMG-CoA reduttasi, anche noti come statine, hanno mostrato un rischio significativamente ridotto di mortalità per cancro alla prostata, anche se l'effetto è stato maggiore nei pazienti che hanno iniziato ad assumere le statine prima della diagnosi di tumore.
Per l’analisi è stato impiegato un ampio database basato sulla popolazione nel Regno Unito.
Sono stati esaminati i dati di 11.772 uomini con diagnosi di tumore alla prostata non-metastatico nel periodo 1998-2009.
Durante il follow-up mediano di 4.4 anni, si sono verificati 3.499 decessi; di questi 1.791 erano correlati a cancro alla prostata.
E’stato osservato che i pazienti che hanno fatto uso di statine dopo la diagnosi hanno presentato una riduzione del rischio del 24% per la mortalità per tumore alla prostata ( hazard ratio, HR=0.76 ), e un rischio ridotto del 14% per la mortalità per qualsiasi causa ( HR=0.86 ).
Una maggiore protezione contro la mortalità per cancro alla prostata ( HR=0.55 ) e la mortalità per qualsiasi causa ( HR=0.66 ) è stata riscontrata tra i pazienti che hanno assunto statine prima della diagnosi.
I benefici erano meno pronunciati tra coloro che hanno utilizzato le statine solo dopo la diagnosi di tumore ( HR per la mortalità per cancro alla prostata = 0.82; HR per la mortalità per tutte le cause = 0.91 ).
Sono necessari ulteriori studi osservazionali ben condotti per confermare questi risultati prima di avviare studi randomizzati e controllati che valutino gli effetti delle statine come terapia adiuvante nel carcinoma prostatico. ( Xagena )
Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2013
XagenaHeadlines2013