Medicina
I pazienti con carcinoma a cellule renali, avanzato o metastatico, possono trarre beneficio dal trattamento di seconda linea con Cabozantinib ( Cabometyx ), rispetto a Everolimus ( Afinitor ).
Cabozantinib, un inibitore della tirosin-chinasi che ha come target MET, i recettori VEGF ( VEGFR ) e AXL, allunga la sopravvivenza globale.
Queste sono le conclusioni dello studio di fase 3, METEOR, in cui 330 partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Cabozantinib 60 mg/die, mentre 328 sono stati assegnati all’inibitore mTOR, Everolimus, alla dose di 10 mg/die.
Tutti i pazienti avevano ricevuto almeno una precedente terapia con un anti-VEGF ( fattore di crescita dell’endotelio vascolare ).
Dopo un follow-up mediano di 18.7 e 18.8 mesi, rispettivamente, nel braccio Cabozantinib e nel braccio Everolimus, la corrispondente sopravvivenza mediana globale è stata di 21.4 e 16.5 mesi, una differenza significativa con un hazard ratio ( HR ) di mortalità di 0.66 ( riduzione della mortalità del 34% ).
La sopravvivenza libera da progressione è risultata significativamente migliorata nel braccio Cabozantinib, così come il tasso di risposta obiettiva ( ORR ).
Sulla base di questi risultati, Cabozantinib dovrebbe essere considerato come una nuova opzione di trattamento standard-di-cura nei pazienti precedentemente trattati con carcinoma a cellule renali in fase avanzata. ( Xagena )
Fonte: The Lancet Oncology, 2016
XagenaHeadlines2016