Medicina
Nel corso dell’European Cancer Congress a Vienna, sono stati presentati i risultati positivi di Atezolizumab, un anticorpo anti PD-L1, nei pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule, avanzato.
Lo studio randomizzato di fase II POPLAR ha raggiunto l'endpoint primario e ha ottenuto una significativa riduzione del rischio di mortalità ( hazard ratio, HR=0.54 ) nei pazienti il cui tumore esprimeva medi e alti livelli di proteina PD-L1, aumentando la sopravvivenza di 7.7 mesi rispetto al trattamento con la sola chemioterapia a base di Docetaxel ( Taxotere ).
Un altro studio di fase II che ha raggiunto l'endpoint primario è BIRCH: Atezolizumab è riuscito a ridurre le dimensioni del tumore nel 27% nei pazienti la cui malattia aveva registrato una progressione nonostante un precedente trattamento.
Il tumore esprimeva livelli elevati di PD-L1.
La sopravvivenza mediana non è stata ancora raggiunta.
In entrambi gli studi con Atezolizumab, gli eventi avversi sono stati in linea con quelli osservati negli studi precedenti.
Dai dati degli studi è emerso che l'immunoterapia rappresenta una valida opzione terapeutica da affiancare, con molta probabilità, ai farmaci target.
La misurazione della proteina PD-L1 può aiutare a identificare i pazienti in grado di rispondere meglio al trattamento con Atezolizumab.
A febbraio 2015 Atezolizumab ha ricevuto la Breakthrough Therapy Designation ( Btd, designazione di terapia fortemente innovativa ) dall'Agenzia regolatoria statunitense FDA ( Food and Drug Administration ), per il trattamento dei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule che esprimono PD-L1 e la cui malattia è progredita durante o dopo i trattamenti standard. ( Xagena )
Fonte: Roche, 2015
XagenaHeadlines2015