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La variante Omicron del virus SARS-CoV-2 presenta una notevole capacità di sfuggire agli anticorpi di neutralizzazione


La variante SARS-CoV-2 Omicron è stata identificata per la prima volta nel novembre 2021 in Botswana e Sudafrica. Da allora si è diffusa in molti Paesi e si prevede che diventerà rapidamente la variante dominante in tutto il mondo.

Il lignaggio B.1.1.529 è caratterizzato dalla presenza di circa 32 mutazioni nella proteina spike, localizzate principalmente nel dominio N-terminale ( NTD ) e nel dominio di legame del recettore ( RBD ), che possono consentire l'evasione agli anticorpi.

Ricercatori hanno isolato la variante Omicron del virus SARS-CoV-2 in Belgio da un viaggiatore di ritorno dall'Egitto, ed è stata esaminata la sua sensibilità a 9 anticorpi monoclonali ( mAb ) clinicamente approvati o in fase di sviluppo e agli anticorpi presenti in 115 sieri di soggetti vaccinati contro il COVID-19 o individui convalescenti.

La viarante Omicron era totalmente o parzialmente resistente alla neutralizzazione da parte di tutti gli anticorpi monoclonali testati.

I sieri di soggetti vaccinati con Pfizer o con AstraZeneca, campionati 5 mesi dopo la vaccinazione completa, hanno inibito la variante Omicron in modo modesto.

I sieri di pazienti convalescenti dopo COVID-19 raccolti 6 o 12 mesi dopo i sintomi hanno mostrato un'attività neutralizzante bassa o nulla contro Omicron.

La somministrazione di una dose di richiamo Pfizer e la vaccinazione di individui precedentemente infetti hanno generato una risposta neutralizzante con titoli da 6 a 23 volte inferiori contro Omicron rispetto a Delta.

Dallo studio è emerso che Omicron sfugge alla maggior parte degli anticorpi monoclonali terapeutici e in larga misura agli anticorpi indotti dal vaccino.
Omicron rimane comunque neutralizzato dagli anticorpi generati da una dose di vaccino di richiamo. ( Xagena )

Fonte: Nature ( Delphine Planas et al ), 2021

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