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Immunoterapia nel linfoma di Hodgkin recidivante o refrattario: il tasso di risposta globale è stato dell’87% con Nivolumab


Sono stati pubblicati sul The New England Journal of Medicine ( NEJM ), i risultati presentati a S. Francisco durante il 56° Meeting dell’American Society for Hematology ( ASH ) dello studio di fase 1b CheckMate-039, che ha valutato Nivolumab ( Opdivo ), inibitore del checkpoint immunitario PD-1, in pazienti con tumori ematologici recidivanti o refrattari ( n=23 ).
I risultati hanno mostrato elevati livelli di risposta nei pazienti con linfoma di Hodgkin classico, recidivante o refrattario, con un tasso di risposta globale dell’87% ( n=20 ) e stabilizzazione della malattia nel 13% dei pazienti ( n=3 ).

Nei pazienti con linfoma di Hodgkin, chemioterapia e/o radioterapia rappresentano il trattamento standard iniziale, seguito dal trapianto autologo di cellule staminali ( ASCT ) in caso di recidiva della malattia. Per i pazienti che presentano una recidiva entro un anno dal trapianto autologo, la sopravvivenza mediana è di solo 1.3 anni dopo progressione di malattia.

Ulteriori risultati dello studio CheckMate-039 sono stati presentati durante una seconda comunicazione orale sul potenziale utilizzo di Nivolumab nei pazienti con linfoma non-Hodgkin recidivante o refrattario.
Nello stesso studio di fase I è in valutazione anche la combinazione di Nivolumab ed Ipilimumab ( Yervoy ) nei tumori ematologici.

Le cellule tumorali possono servirsi di percorsi di regolazione del segnale intracellulare, come quelle di checkpoint, per sfuggire al sistema immunitario e proteggersi dal suo attacco. Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, che si lega al recettore di checkpoint PD-1 espresso sulle cellule T attivate.

Sono in corso sperimentazioni tese a valutare Nivolumab in diversi tipi di tumore, in monoterapia o in combinazione con altre terapie, con il coinvolgimento di più di 7.000 pazienti in tutto il mondo in più di 35 studi. Tra questi, oltre al linfoma non-Hodgkin, vi sono diversi studi potenzialmente registrativi in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule ( NSCLC ), melanoma, carcinoma renale ( RCC ), tumore testa-collo, glioblastoma.

Nel 2012, l’Agenzia regolatoria statunitense, FDA ( Food and Drug Administration ), ha assegnato a Nivolumab la designazione di Fast Track nel tumore del polmone non-a-piccole cellule, nel melanoma e nel carcinoma a cellule renali.
A maggio 2014, l’FDA ha assegnato a Nivolumab la designazione di Breakthrough Therapy ( terapia innovativa ) per il trattamento dei pazienti con linfoma di Hodgkin dopo fallimento del trapianto autologo di cellule staminali e Brentuximab vedotin ( Adcetris ).
L’FDA ha anche riconosciuto a Nivolumab lo stato di Breakthrough Therapy per il melanoma non-operabile in fase avanzata. ( Xagena )

Fonte: BMS, 2014

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